mercoledì 16 gennaio 2019

Il cicloturismo in Veneto cresce, ma serve più sinergia tra pubblico e privato


Il cicloturismo in Veneto è in forte crescita, ma bisogna riuscire a creare un prodotto cicloturistico rurale d’eccellenza con personalità, qualità e professionalità se si vuole essere competitivi sul mercato. E per farlo serve una sinergia tra pubblico e privato, anche per garantire la manutenzione dei percorsi ciclabili e i servizi che oggi spesso sono carenti o assenti. È quanto è emerso lo scorso novembre nella Tenuta Borgoluce a Susegana (Treviso), all’eductour promosso da Agriturist Veneto (l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura Veneto), giornata dedicata al cicloturismo che ha coinvolto numerosi addetti ai lavori del settore e rappresentanti istituzionali.
L’Alto Adige fa scuola. Robert Seppi, ex direttore dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano, ha raccontato come il Trentino Alto Adige abbia investito da anni nel turismo lento, con il risultato che oggi ci sono milioni di passaggi sulle maggiori ciclabili e che il cicloturismo è diventato una realtà consolidata. “Un cicloturista spende 128 euro al giorno – ha spiegato -, compiendo mediamente un percorso di 64 chilometri in bicicletta, alla quale dedica nove giorni all’anno di vacanza con almeno sette tappe. Sceglie strutture rurali di qualità, cerca le specialità culinarie e territori con un patrimonio storico-culturale. Purtroppo c’è ancora una scarsa considerazione degli operatori pubblici e privati nei confronti dei cicloturisti, che si traduce nella frammentazione dei servizi, nella chiusura degli esercizi ricettivi nei mesi di interesse cicloturistico, nella carenza di piste ciclabili e segnalate, nell’insufficienza di trasporti integrati e di iniziative promozionali”.
La rete escursionistica regionale. Elena Schiavon, organizzatrice di progetti e iniziative di turismo rurale per la Regione Veneto, ha sottolineato che il cicloturismo è in crescita in tutta Europa: secondo un’indagine Ue, genera una ricaduta economica pari a 47 miliardi di euro all’anno. “C’è un aumento di tour operator specializzati e di club di prodotto legati alla bicicletta – ha detto -. Anche la Regione Veneto guarda con interesse al settore, puntando ad ampliare la rete escursionistica regionale, che oggi è costituita da cinque grandi itinerari e sette escursioni, lavorando a nuovi prodotti e progetti speciali. Recentemente abbiamo lavorato anche alla nuova segnaletica turistica, dedicata anche ai cammini e al turismo equestre”.
La Treviso Ostiglia. Renzo Lotto, sindaco del comune di Grisignano di Zocco, ha parlato del nuovo gioiello cicloturistico, la Treviso Ostiglia, che ha completato la parte che ricade nella Marca e ora sta aggiungendo nuovi pezzi nel territorio vicentino: “Abbiamo terminato il tratto di Grisignano, che era il nodo più difficile – ha precisato -. Entro la fine dell’anno approveremo il tratto Grisignano-Montegalda, importantissimo perché andrà a collegarsi alla ciclopista del Bacchiglione. Il tratto vicentino sarà completato entro 4-5 anni. Sono fiducioso che altre risorse vengano messe in campo dalla Regione. Portare avanti questo progetto di ciclovia è un impegno doveroso per gli amministratori, perché gli investimenti tornano sotto forma di risparmio per i cittadini e in minori spese mediche. Il costo di una ciclabile è di 150.000 euro al chilometro: in dieci anni, per ogni euro investito nella ciclabile, tornano 3 euro ai cicloturisti di risparmio rispetto all’uso dell’auto e 4,30 euro a chi la usa per camminare. Senza contare al ritorno per le aziende agrituristiche, per il turismo rurale, per l’offerta formative e dei servizi, per lo sviluppo di nuove attività”.
Per i cicloturisti, meglio il fondo asfaltato che le strade bianche. Luciano Renier, referente della Fiab (Federazione amici della bicicletta) per il Veneto, a proposito di Treviglio Ostiglia ha chiarito che se ne parla dal 2003 e non è ancora completata: “Sarebbe importante per collegare la ciclovia delle Dolomiti a quella del Sole. La parte trevigiana ha il neo di essere sterrata. Un’indagine dice che 8 cicloturisti su 10 privilegiano un fondo asfaltato. Chiediamo che le ciclovie abbiano perciò un fondo asfaltato. Poi c’è il problema della manutenzione, che stiamo affrontando con la Regione Veneto, secondo la quale sarebbe compito dei Comuni. I Comuni però non hanno risorse, e perciò le ciclovie diventano percorsi forestali e finiscono per morire”.
Alimentazione del cicloturista. Infine Laura Cominato, nutrizionista, ha spiegato come le aziende agricole e gli agriturismi debbano prestare sempre più attenzione all’alimentazione del cicloturista, cercando di concepire menu che gli forniscano tutti quegli alimenti che gli garantiscono il giusto supporto energetico durante l’attività. Prima dell’attività servire un pasto a base di carboidrati e grassi, dopo l’allenamento una quota proteica e zuccheri. Nei suoi pasti non devono mai mancare comunque verdura, cereali integrali, proteine buone, frutta, acqua”.
Agriturismi ancora “timidi” nei confronti del cicloturista. Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto, ha ricordato come pubblico e privato debbano fare rete con tutte le aziende che operano nell’ambito del cicloturismo per far decollare il settore: “In Veneto ci sono 1.450 agriturismi, gran parte dei quali devono ancora capire l’importanza di questo turismo lento e sostenibile, curioso e rispettoso dell’ambiente, che si sposa perfettamente con il nostro spirito. Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda la progettazione e la gestione dei percorsi cicloturistici, dove spesso difetta la manutenzione”. D’accordo Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: “Il cicloturismo sta assumendo una crescente importanza e questo richiede sforzi da parte delle aziende agrituristiche di adeguarsi alle richieste del mercato, che può dare ottime opportunità. In Germania sono più di 4 milioni le persone che fanno una vacanza in bicicletta. I cicloturisti sono disposti a spendere, vogliono mangiare bene, vogliono alloggi di qualità. Perciò le aziende devono offrire servizi all’altezza, mentre il pubblico deve lavorare sui percorsi e sulla tabellazione. La provincia di Treviso ha ciclabili anche piuttosto lunghe che vanno nel Veneziano, come quella del Sile. La zona delle Prealpi trevigiane invece non ha una rete completamente in sicurezza che consenta di visitare tutto il territorio di Conegliano-Valdobbiadene. Auspichiamo che venga fatto, perché gioverebbe anche al sistema Prosecco”.
Fonte: Servizio stampa Confagricoltura Venet

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